Con l’entrata in vigore della norma regionale che prevede la cessazione dell’incarico del Difensore Civico con la proclamazione degli eletti a seguito delle elezioni regionali, si conclude il mandato del Difensore civico della Regione Calabria, prof. Ubaldo Comite.
Figura autorevole del panorama istituzionale e accademico, Comite ha ricoperto l’incarico dal febbraio 2023, contribuendo in modo significativo alla costruzione e al consolidamento della funzione di garanzia nella Regione. La sua attività ha segnato un punto di svolta nella tutela dei diritti dei cittadini e nel dialogo tra amministrazione e comunità locale.
Di seguito, l’intervista integrale rilasciata dal prof. Ubaldo Comite al Coordinamento nazionale dei Difensori civici italiani.
Giunge al termine il tuo mandato come Difensore Civico della Regione Calabria. Quali sono i sentimenti e le riflessioni che ti accompagnano in questa fase di chiusura?
Giunge al termine il mio mandato come Difensore civico della Regione Calabria, e con esso si chiude un tratto di strada che è stato, prima ancora che un incarico istituzionale, un’esperienza di servizio civile e giuridico nel senso più profondo del termine. In questi anni ho imparato che la difesa civica è soprattutto un atto di passione per la giustizia amministrativa, un luogo in cui il diritto incontra la vita quotidiana dei cittadini, dove la norma si misura con la fragilità delle persone e con la responsabilità delle istituzioni. Mi accompagna la consapevolezza di aver esercitato un ruolo “di frontiera”, posto tra il cittadino e la pubblica amministrazione, dove ogni mediazione, ogni parere, ogni raccomandazione ha rappresentato un tentativo concreto di dare voce ai diritti, di rendere la legge strumento di equità e vicinanza.
Concludo questo mandato con orgoglio e inquietudine: orgoglio per aver contribuito, nei limiti delle mie competenze, a rafforzare il principio di buon andamento e imparzialità dell’amministrazione; inquietudine perché resta ancora incompiuto il disegno di una difesa civica nazionale, unica, riconosciuta, capace di offrire eguali tutele a ogni cittadino italiano.
Ho cercato di vivere questo mandato nella coerenza tra dovere e coscienza, nella convinzione, che appartiene alla lezione kantiana, che la moralità di un’azione non risieda nei risultati che produce, ma nella rettitudine dell’intento che la ispira. Così, giorno dopo giorno, ho considerato la difesa civica come un esercizio di virtù pubblica, un impegno costante a trasformare l’ascolto, la mediazione e la legalità in pratica vissuta di giustizia.
Lascio con la convinzione che la difesa civica sia una vocazione alla prossimità, la forma più alta di cittadinanza attiva istituzionalizzata, capace di rendere la democrazia una pratica viva di virtù, di rispetto e di umanità.
In questi anni di attività, quali ritieni siano stati i principali risultati raggiunti e le sfide più significative che hai dovuto affrontare?
In questi anni di attività considero tra i risultati più significativi l’aumento costante delle risposte fornite dalle amministrazioni pubbliche alle istanze dei cittadini trasmesse dall’Ufficio del Difensore civico. Questo andamento, che si è consolidato nel tempo, testimonia una maggiore collaborazione da parte degli enti e, al contempo, ha permesso a un numero crescente di cittadini di ottenere risposte in tempi più ragionevoli, trovando nella figura del Difensore civico un punto di riferimento concreto ed efficace.
La sfida principale è stata diffondere la conoscenza della funzione del Difensore civico e affermarne il valore come strumento di tutela accessibile, imparziale e indipendente. Rendere consapevoli i cittadini dell’esistenza di un presidio di garanzia vicino e gratuito non è stato semplice, ma il progressivo aumento delle richieste e delle risposte ottenute dimostra che la direzione intrapresa è stata quella giusta.
Oggi posso dire che la partecipazione dei cittadini, la disponibilità delle amministrazioni e l’aumento costante delle istanze trattate rappresentano la prova più chiara del rafforzamento del dialogo tra istituzioni e comunità.
Come è cambiato, secondo te, il rapporto tra cittadini e istituzioni nella tua Regione e quale ruolo ha avuto la difesa civica in questo percorso?
Negli ultimi anni ho percepito un cambiamento reale nel rapporto tra cittadini e istituzioni: un progressivo avvicinamento, frutto di un dialogo più diretto e di una maggiore fiducia reciproca.
In questo percorso la difesa civica ha svolto un ruolo decisivo, promuovendo una relazione di prossimità che ha reso le istituzioni più accessibili e consapevoli della propria responsabilità verso i cittadini.
Un passaggio particolarmente significativo di questo cammino è stato il convegno nazionale dei Difensori civici, ospitato a Reggio Calabria nel giugno 2024, che ha riunito rappresentanti provenienti da tutto il Paese. Un momento di confronto che ha contribuito a rendere più conosciuta e riconosciuta la funzione della difesa civica, rafforzandone la visibilità istituzionale e confermando il ruolo della Calabria come punto di riferimento nel dialogo interregionale e nella promozione di una cultura della trasparenza e della partecipazione.
Oggi il rapporto tra cittadini e istituzioni si fonda sempre più su fiducia, ascolto e collaborazione, e la difesa civica continua a rappresentare un ponte stabile e credibile tra le esigenze dei cittadini e la responsabilità dell’amministrazione.
È in questo spazio di incontro — fatto di prossimità, rispetto e concretezza — che la democrazia amministrativa trova la sua espressione più autentica.
Guardando al futuro, quali prospettive immagini per la difesa civica calabrese e, più in generale, per il suo rafforzamento nella Regione?
Guardando al futuro, sono convinto che chi mi succederà potrà fare tesoro dell’esperienza maturata in questi anni, proseguendo un percorso che ha visto la difesa civica, per la prima volta, affermarsi come presidio di garanzia riconosciuto e vicino ai cittadini.
Le attività svolte, i rapporti costruiti con le amministrazioni e la rete di collaborazione istituzionale rappresentano un patrimonio solido su cui continuare a costruire.
Tra le prospettive più rilevanti vi è certamente quella della trasformazione digitale, che sta cambiando il modo in cui cittadini e pubbliche amministrazioni comunicano e si relazionano. La digitalizzazione dei processi, se ben utilizzata, può davvero accorciare le distanze, semplificare le procedure e rendere più rapido e trasparente l’esercizio dei diritti.
Il futuro della difesa civica calabrese dovrà quindi tenere insieme innovazione e ascolto, continuando a garantire una presenza reale sul territorio e un dialogo costante con le persone.
Infine, quale messaggio desideri lasciare ai cittadini e ai colleghi sulla funzione e sul valore umano e istituzionale del ruolo che hai ricoperto?
Desidero concludere questo mandato con un sentimento profondo di gratitudine verso il Consiglio regionale della Calabria, che con voto a scrutinio segreto, sotto la presidenza dell’onorevole Filippo Mancuso, mi ha conferito l’onore di ricoprire la carica di primo Difensore civico della Regione Calabria, a partire dal 20 febbraio 2023.
È importante ricordare che l’ufficio del Difensore civico era stato istituito dalla legge regionale n. 4 del 16 gennaio 1985, ma la previsione normativa non aveva trovato attuazione concreta. Solo grazie all’impegno del presidente della Regione, Roberto Occhiuto, e alla sensibilità del Consiglio regionale, l’istituto è divenuto realtà, restituendo ai cittadini calabresi un presidio di garanzia, trasparenza e tutela dei diritti.
Il mio messaggio ai cittadini è chiaro e sincero: la difesa civica esiste per loro, e con loro trova senso. È il luogo in cui l’ascolto diventa tutela, dove la voce di ciascuno può essere accolta e trasformata in attenzione concreta.
Ai colleghi che operano nelle diverse regioni, rivolgo l’augurio di continuare a vivere questa funzione come un servizio morale oltre che istituzionale, fondato sull’equilibrio, sull’imparzialità e sul rispetto profondo per chi si affida a noi.
Mi permetto di lasciare un consiglio al mio successore, che nasce dall’esperienza maturata in questi anni: partecipare con convinzione alle attività promosse dal Coordinamento nazionale dei Difensori civici, costruire reti di collaborazione, promuovere momenti di confronto aperti alla cittadinanza, organizzare convegni, ascoltare e farsi conoscere.
Essere Difensore civico significa esserci, mantenendo una presenza costante — sul territorio e negli spazi digitali — per raggiungere i cittadini ovunque si trovino, ascoltarli, rispondere e rendere la difesa civica un punto di riferimento vivo, accessibile e vicino.
Dichiarazione del Presidente del Coordinamento nazionale dei Difensori civici italiani, Marino Fardelli
“Desidero esprimere, a nome del Coordinamento nazionale dei Difensori civici italiani, un sincero ringraziamento al collega Ubaldo Comite per l’impegno, la competenza e la sensibilità con cui ha interpretato il suo mandato. La sua esperienza in Calabria ha rappresentato un modello di dedizione e rigore istituzionale, contribuendo in modo concreto alla crescita della difesa civica nel nostro Paese. A lui va il nostro apprezzamento più profondo per aver reso la funzione del Difensore civico un presidio vivo di giustizia, prossimità e fiducia tra cittadini e istituzioni.”