Il Coordinamento Nazionale dei Difensori Civici presenta oggi una nuova intervista dedicata al ruolo e alle attività dei Difensori Civici regionali. Protagonista è Guido Giusti, Difensore Civico dell’Emilia-Romagna e Vicepresidente nazionale, che offre una panoramica chiara, diretta e approfondita sul valore di questo istituto di garanzia e sulle sfide principali della tutela dei diritti dei cittadini.

Giusti racconta con semplicità cos’è il Difensore Civico, quali siano i temi più ricorrenti nelle istanze dei cittadini, quali risultati vengono raggiunti e qual è la visione futura della difesa civica in Italia.
Un’intervista ricca di contenuti, esempi concreti e riflessioni umane che testimoniano il ruolo essenziale di questa istituzione come presidio di prossimità, equità e fiducia democratica.

Di seguito l’intervista integrale.

1) Come descriveresti il ruolo che stai svolgendo, con parole semplici?

Il Difensore civico è un organo di garanzia cui tutti possono rivolgersi gratuitamente quando ritengono di aver subito un comportamento non corretto da parte della pubblica amministrazione o di un gestore di un pubblico servizio. Se la segnalazione si rivela fondata, noi interveniamo invitando l’amministrazione a correggere il proprio comportamento, evitando così al cittadino di dover instaurare una lunga e costosa lite giudiziaria.

2) Quante istanze riceve il Difensore Civico dell’Emilia-Romagna?

Secondo i dati degli anni passati, l’ufficio del Difensore civico evade circa 750 richieste, ma quest’anno c’è stato un aumento del 30%. Le istanze crescono, è vero, ma il loro numero appare ancora modesto, non solo rispetto alla densità demografica dell’Emilia-Romagna, ma soprattutto considerando gli elevatissimi costi della giustizia “tradizionale”, che rendono del tutto antieconomico rivolgersi al giudice per una bolletta troppo alta, per il ritardo nel rilascio di un documento anagrafico o per segnalare le lunghe attese per accedere a una visita medica.

3) Quali sono gli ambiti di intervento più richiesti e con quali risultati?

La maggior parte delle istanze riguarda il diritto di accesso agli atti amministrativi, ambito nel quale il Difensore civico può contare su poteri decisionali più incisivi e, infatti, la percentuale di esito positivo è vicina al 100%.
Poi ci sono i diritti legati ai servizi essenziali: la sanità, le utenze, i trasporti pubblici e moltissime segnalazioni che lamentano un silenzio ingiustificato della P.A. di fronte alle legittime richieste dei cittadini. In generale comunque, la percentuale totale di esito positivo supera l’80%, che mi pare un risultato molto buono, tenuto conto che si tratta di un servizio gratuito e con tempi procedimentali molto brevi.

4) Qual è stato il caso più emblematico o significativo che hai seguito di recente?

Può suonare un po’ retorico, ma penso che tutti i casi portino in sé un grande valore, perché dietro un fascicolo c’è sempre la storia di una persona alle prese con la complessità della burocrazia.

Tra i molti, ricordo quello di un giovane con disabilità che rischiava di perdere l’assegno di cura a causa di un rimpallo di competenze tra enti. In quel caso non si trattava solo di interpretare una norma, ma di ristabilire la logica di un sistema che, talvolta, sembra dimenticare il fine per cui esiste: rendere i diritti realmente fruibili.

E quando riesci a rimettere in moto il meccanismo, ti rendi conto che l’articolo 3 della Costituzione non è solo un esercizio accademico, ma una bussola quotidiana che ci ricorda che l’uguaglianza non si misura sul punto d’arrivo, ma sulle condizioni di partenza.

5) Hai mai ricevuto una richiesta talmente curiosa o insolita da lasciarti senza parole?

Ne ho talmente tante che potrei scriverci un libro. A parte gli scherzi, spesso riceviamo richieste che esulano completamente dal nostro perimetro di competenza, come chi confonde l’amministratore pubblico con l’amministratore del suo condominio. Ma, da giurista, l’ho sempre detto: il confine del diritto è attraversato da domande di giustizia. Anche in quei casi, con un consiglio e una parola di ascolto, si può dare una mano.

6) Qual è la soddisfazione più grande che hai provato in questo ruolo?

La gratitudine delle persone fa sempre molto piacere. Ma oltre alla soddisfazione di aver risolto il singolo caso, è molto gratificante constatare che i cittadini hanno ritrovato un po’ di fiducia nelle istituzioni democratiche, non come entità astratte, ma come presidio di prossimità.

7) C’è una parola che usi spesso con i cittadini quando parli del tuo lavoro?

“Reciprocità”. La cittadinanza non è mai a senso unico: implica diritti, ma anche doveri. Il patto di fiducia tra cittadino e istituzione è una strada a doppio senso. Altrimenti il sistema si blocca.

8) Qual è, secondo te, la sfida più urgente per la difesa civica oggi?

Rendere effettiva la tutela. Non basta riconoscere i diritti sulla carta: occorre garantirne l’attuazione concreta, attraverso strumenti rapidi, comprensibili e accessibili.

Ho la fortuna di vivere e lavorare in Emilia-Romagna, una terra straordinaria, con standard elevati anche in tema di diritti e servizi. Ma non è certo un buon motivo per allentare la presa: è proprio dove le cose funzionano che bisogna chiedersi come possano migliorare.

Perché la difesa civica non è solo un presidio da attivare quando qualcosa si rompe, ma una coscienza vigile del sistema: un invito permanente a misurare le istituzioni non su ciò che promettono, ma su quanto realmente restituiscono ai cittadini.

9) Come comunicate con i cittadini e come fate conoscere il vostro ruolo?

Utilizziamo tutti gli strumenti istituzionali – il sito web, i comunicati, gli incontri pubblici, iniziative capillari e punti d’ascolto sul territorio regionale – e naturalmente i canali digitali e i social media.

Credo fermamente nel valore dell’innovazione tecnologica, che può garantire maggiore efficienza e rapidità alla pubblica amministrazione. Ma sono altrettanto convinto che nessuna piattaforma potrà sostituire l’incontro diretto: la conversazione, il dialogo, lo scambio di idee.
La tecnologia amplifica la nostra voce, ma è il contatto umano che ci dà credibilità.

10) Se potessi lanciare un messaggio ai cittadini oggi, quale sarebbe?

Coltivate la fiducia, ma non rinunciate mai a far valere le vostre ragioni. Il Difensore Civico è un presidio gratuito, laico, accessibile, che esiste per ricordare a tutti che la dignità non è un privilegio, ma un diritto inalienabile.

11) Cosa pensi ti resterà dentro quando terminerai questa missione da Difensore Civico?

Porterò con me la ricchezza infinita di infinite storie.
E spero mi resterà anche l’amicizia delle tante persone che lavorano nel Settore Diritti dei Cittadini della Regione Emilia-Romagna e dei tanti bravissimi colleghi conosciuti grazie al Coordinamento Nazionale, che sta facendo un lavoro davvero incredibile.

12) Hai un rito o un’abitudine particolare prima di affrontare un caso difficile?

Il mio rito è lo studio. Cerco sempre di trovare un momento per leggere, capire, approfondire. La professione forense mi ha insegnato che farsi trovare preparati è una forma di rispetto verso chi ti affida un problema.