Nell’ambito della rubrica “Voci in ascolto”, abbiamo raccolto la testimonianza della collega Ghada Hameed Habib, Ombudsman del Ministero dell’Interno del Regno del Bahrein, prima donna a ricoprire questo ruolo in tutto il Medio Oriente. Di seguito l’intervista integrale.
1. Può raccontarci brevemente il suo percorso professionale e come è arrivata a ricoprire l’incarico di Difensore Civico presso il Ministero dell’Interno del Regno del Bahrein?
Ho costruito il mio percorso professionale passo dopo passo, attraverso esperienze che hanno rafforzato la mia convinzione nell’importanza della responsabilità, dell’equità e della buona governance.
Nel 2022 mi è stato affidato il ruolo di Ombudswoman — diventando la prima donna a ricoprire tale posizione in Medio Oriente — un incarico che considero non solo un traguardo professionale, ma anche un’opportunità per contribuire concretamente alla tutela dei diritti delle persone.
Prima di assumere questo ruolo, ho lavorato in diverse posizioni che mi hanno messa in contatto diretto con attività di supervisione, sviluppo istituzionale e miglioramento dei servizi pubblici. Queste esperienze mi hanno insegnato quanto sia essenziale che le istituzioni ascoltino, siano trasparenti e continuino a evolversi in armonia con le leggi nazionali e gli standard internazionali. Parallelamente alla mia attività professionale, ho anche insegnato diritti umani a livello universitario, approfondendo il valore dei principi che ispirano sistemi giusti e responsabili.
Il mio percorso accademico — prima presso l’Università di Ain Shams e successivamente all’AMA International University — mi ha fornito prospettive che ancora oggi guidano il mio lavoro. Insieme, queste esperienze accademiche e professionali hanno delineato un cammino fondato sul servizio, sull’integrità e sulla ferma volontà di proteggere la dignità umana.
2. Quali sono le principali responsabilità del suo ufficio e in che modo incidono sulla vita quotidiana delle comunità locali?
L’Ufficio del Difensore Civico Indipendente svolge un ruolo essenziale nel garantire la responsabilità istituzionale, offrendo alle persone uno spazio sicuro, accessibile e imparziale per esprimere le proprie preoccupazioni. La nostra attività consiste principalmente nel ricevere ed esaminare reclami e segnalazioni riguardanti appartenenti al Ministero dell’Interno che possano aver commesso violazioni durante o a causa dell’esercizio delle loro funzioni; nel monitorare i luoghi di detenzione; e nel garantire che le pratiche istituzionali riflettano coerentemente sia le leggi nazionali sia gli standard internazionali in materia di diritti umani.
Inoltre, l’Ufficio del Difensore Civico svolge un importante ruolo di mediazione tra il pubblico e le varie autorità del Ministero dell’Interno. Questo contribuisce a rafforzare la fiducia degli individui che usufruiscono dei nostri servizi e consente di risparmiare tempo e risorse, risolvendo questioni che non comportano violazioni di legge.
Sebbene queste responsabilità possano sembrare tecniche, il loro impatto è profondamente legato alla vita di tutti i giorni: quando le persone sentono di poter parlare senza timore, cresce la fiducia; quando i luoghi di detenzione sono monitorati in modo indipendente, la dignità è tutelata; e quando le nostre raccomandazioni producono miglioramenti concreti, le comunità beneficiano di servizi più sicuri, professionali e reattivi.
3. Quali sono le tipologie di reclami più comuni che ricevete dai cittadini?
In base al Decreto n. 27 del 2012 istitutivo dell’Ufficio del Difensore Civico Indipendente, modificato dal Decreto n. 35 del 2013, il nostro Ufficio riceve ed esamina reclami riguardanti il comportamento del personale del Ministero dell’Interno, incluse eventuali violazioni o condotte scorrette commesse durante o in occasione dell’esercizio delle funzioni.
Accanto a questi casi, l’Ufficio svolge un’importante funzione di mediazione. Circa il 70% delle richieste riguarda domande di assistenza, come l’accelerazione di appuntamenti medici, la facilitazione di procedure per riprendere gli studi o la gestione di esigenze amministrative eccezionali. Attraverso la mediazione, molte questioni vengono risolte in modo efficiente e in linea con le necessità degli interessati.
Per garantire la massima trasparenza, l’Ufficio pubblica un rapporto annuale contenente statistiche, tendenze e risultati.
4. Può condividere un esempio recente che illustri l’impatto concreto del vostro lavoro nella tutela dei diritti dei cittadini?
Un caso emblematico riguarda un detenuto che ha segnalato di essere stato sottoposto a un uso eccessivo della forza. Dopo aver ricevuto il reclamo, ci siamo assicurati che la persona potesse parlarci in maniera privata e sicura, ed abbiamo esaminato l’episodio in modo approfondito e imparziale.
Le nostre valutazioni hanno indicato la necessità di ulteriori approfondimenti, e abbiamo quindi trasmesso il caso alla Special Investigation Unit per una valutazione penale indipendente. Per l’interessato, l’aspetto più significativo è stato sapere che la sua segnalazione era stata presa sul serio e che un’autorità indipendente stava analizzando la questione con trasparenza e professionalità.
Casi come questo dimostrano come un controllo indipendente possa fare la differenza: rafforzano la fiducia delle persone nella tutela dei propri diritti e garantiscono che ogni accusa di maltrattamento venga affrontata attraverso un processo equo e responsabile.
5. Quali sono le principali sfide che affronta nel suo ruolo e come le gestisce quotidianamente?
Una delle principali sfide è garantire che ogni individuo che si rivolge a noi si senta al sicuro, ascoltato e certo che la sua preoccupazione sarà trattata con imparzialità. Molti arrivano in momenti di stress o incertezza, e parte del nostro compito consiste nel ricostruire la fiducia nel processo, con sensibilità, comunicazione chiara e un forte impegno per l’equità.
Un’altra sfida è mantenere un equilibrio costante tra i diritti delle persone e le esigenze operative delle istituzioni di sicurezza. Questo richiede dialogo continuo, trasparenza e un lavoro costante per migliorare procedure e prassi in modo da rafforzare sia la responsabilità sia la fiducia pubblica.
Le aspettative nei confronti dell’Ufficio del Difensore Civico Indipendente sono naturalmente elevate: le persone cercano risposte, rassicurazioni e azioni tempestive. Soddisfare tali aspettative richiede un monitoraggio costante, una solida coordinazione con le varie autorità e un team professionale guidato dai valori di indipendenza e integrità.
Nonostante le difficoltà, ciò che ci guida ogni giorno è la convinzione che una supervisione svolta con equità e umanità renda le istituzioni più forti e garantisca una vera tutela per le persone.
6. Quali sono, secondo lei, i valori fondamentali che guidano il lavoro di un Difensore Civico?
Il lavoro di un Difensore Civico si fonda su valori che vanno oltre le procedure. Il primo è l’imparzialità: la capacità di ascoltare senza pregiudizi e di valutare ogni caso basandosi esclusivamente sui fatti. Le persone cercano uno spazio in cui le loro preoccupazioni siano accolte senza giudizio, e l’imparzialità è ciò che genera fiducia.
Un altro valore essenziale è l’indipendenza: il controllo è significativo solo se esercitato senza influenze esterne. L’indipendenza consente al Difensore Civico di agire con integrità e di formulare raccomandazioni corrette, anche quando sono difficili.
La credibilità è fondamentale. Le persone si affidano al nostro ufficio aspettandosi che le loro questioni vengano trattate con serietà, professionalità e trasparenza. La credibilità si costruisce attraverso azioni costanti: rispettando gli impegni, comunicando in modo chiaro e dimostrando che i nostri interventi producono risultati concreti.
La dignità umana rimane al centro del nostro lavoro: ogni persona che si rivolge a noi vive un momento di vulnerabilità e merita rispetto ed empatia. Questo valore guida le nostre relazioni e l’analisi delle pratiche istituzionali.
Infine, trasparenza e responsabilità rafforzano la fiducia pubblica. Quando le persone vedono che i processi sono aperti, che le decisioni sono spiegate e che i risultati vengono comunicati, cresce la fiducia nell’integrità del sistema.
7. Come promuovete trasparenza, responsabilità e fiducia tra istituzioni e cittadini in Bahrein?
Promuovere trasparenza e responsabilità parte dalla possibilità per tutti di accedere a uno spazio indipendente e imparziale in cui le preoccupazioni vengono prese sul serio. All’Ufficio del Difensore Civico Indipendente poniamo grande attenzione all’ascolto, alla verifica e alla risposta puntuale, con equità e professionalità.
Uno degli strumenti più importanti è il nostro impegno per la trasparenza: documentiamo il nostro lavoro con cura e pubblichiamo un rapporto annuale che illustra il nostro approccio investigativo, le nostre conclusioni, la gestione dei casi di morte in custodia e le attività svolte nel corso dell’anno. Questa comunicazione aperta non solo informa il pubblico, ma rafforza anche la responsabilità istituzionale.
Collaboriamo inoltre con vari dipartimenti per garantire che le nostre raccomandazioni producano miglioramenti reali. Che si tratti di affrontare problemi sistemici, perfezionare procedure o seguire casi individuali, il nostro obiettivo è contribuire alla costruzione di una cultura in cui la responsabilità sia parte integrante della pratica istituzionale.
Il nostro ruolo di mediatori — che rappresenta una parte significativa del lavoro — consente di risolvere rapidamente molte questioni quotidiane. Quando le persone vedono che le loro preoccupazioni vengono affrontate con rispetto e trasparenza, la fiducia cresce naturalmente.
In definitiva, trasparenza e responsabilità si costruiscono attraverso azioni coerenti, comunicazione aperta e un forte impegno per lo Stato di diritto.
8. Ha collaborato con altri Difensori Civici o con controparti internazionali? Quali insegnamenti ha tratto da queste esperienze?
Sì, la collaborazione internazionale è sempre stata parte importante del nostro lavoro. Nel corso degli anni abbiamo costruito relazioni con numerose istituzioni ombudsman di diverse regioni, condividendo esperienze e apprendimenti reciproci. Alcune di queste collaborazioni sono state consolidate attraverso Memorandum d’Intesa con istituzioni ombudsman consolidate, che hanno aperto la strada a scambi strutturati e cooperazione reale.
La nostra istituzione è inoltre orgogliosa di essere membro votante in tre organismi internazionali: l’International Ombudsman Institute (IOI), l’Organisation of Islamic Cooperation Ombudsmen Association (OICOA) e l’OIC Ombudsman. Far parte di queste reti ci consente di contribuire allo sviluppo di standard comuni e di restare in contatto con le evoluzioni internazionali.
Partecipiamo anche a programmi di formazione e scambi tecnici organizzati in collaborazione con ambasciate e partner internazionali. Queste opportunità arricchiscono il nostro team e ampliano la nostra visione, rafforzando le competenze necessarie per un controllo efficace.
Ciò che emerge con forza da queste esperienze è quanto possiamo imparare gli uni dagli altri. Pur essendo diversi i sistemi, i valori alla base del nostro lavoro sono gli stessi: equità, dignità, responsabilità e fiducia. Vedere come vengono tradotti in pratica altrove arricchisce il nostro approccio e ci ricorda l’importanza della crescita continua.
9. Quali aspetti dell’esperienza italiana — o di altri modelli internazionali — ritiene più rilevanti o d’ispirazione per il Bahrein?
Trovo particolarmente ispirante, nell’esperienza italiana come in altri modelli internazionali, la forte attenzione al rapporto diretto con il pubblico. Molte istituzioni investono molto nell’ascolto, nel coinvolgimento delle comunità e nella comunicazione proattiva. Questo crea accessibilità e fiducia, e consente alle persone di sapere a chi rivolgersi.
Un altro elemento significativo è l’attenzione ai problemi sistemici, non solo ai singoli casi. Alcuni uffici ombudsman analizzano i modelli ricorrenti e formulano raccomandazioni che migliorano le pratiche istituzionali. Questo tipo di approccio ha un impatto duraturo.
Apprezzo molto anche il forte investimento nella formazione e nello sviluppo professionale: attraverso corsi, ricerca e scambi tecnici, queste istituzioni si assicurano che i loro team siano preparati per affrontare sfide complesse. Anche noi diamo grande importanza a questo aspetto.
Ciò che però risuona maggiormente è che, pur nella diversità dei Paesi, i valori fondamentali sono sempre gli stessi: equità, dignità, trasparenza e responsabilità. Vederli applicati in contesti diversi rafforza la nostra fiducia nel percorso intrapreso.
10. Guardando al futuro, quali sviluppi o riforme auspica nel campo dell’Ombudsmanship?
Guardando avanti, ritengo che il futuro dell’Ombudsmanship risieda nel rafforzamento dell’indipendenza, nel maggiore coinvolgimento delle comunità e nell’ampliamento degli strumenti a supporto di una supervisione moderna ed efficace.
Mi auguro una maggiore integrazione delle tecnologie per garantire un accesso più semplice e sicuro ai meccanismi di controllo indipendente, qualunque siano le condizioni delle persone.
Vedo inoltre grande valore nel continuare a potenziare la capacità istituzionale: investire nella formazione, nella ricerca e nello sviluppo professionale permetterà alle istituzioni di rispondere con competenza alle nuove sfide.
Un altro ambito importante è il rafforzamento della collaborazione, sia regionale sia internazionale. Quando le istituzioni ombudsman condividono esperienze e definiscono standard comuni, si crea un ambiente più forte e più responsabile.
Ma la riforma più importante è quella che avvicina ancora di più le istituzioni alle persone. Quando i cittadini percepiscono che la supervisione indipendente è accessibile, affidabile e attenta, l’intero sistema cresce in forza e credibilità. Il mio auspicio è che il futuro dell’Ombudsmanship continui a fondarsi su equità, dignità, responsabilità e sull’autentico impegno per la tutela dei diritti umani.
Commento finale del Presidente del Coordinamento Nazionale dei Difensori Civici Italiani, Marino Fardelli
“L’intervista all’Ombudsman del Bahrain rappresenta un contributo di grande valore al confronto internazionale sul ruolo e sulle sfide contemporanee delle Istituzioni di difesa civica. Le esperienze condivise evidenziano quanto sia fondamentale promuovere, anche attraverso il dialogo tra Paesi, una tutela effettiva dei diritti delle persone e una cultura amministrativa sempre più orientata alla trasparenza e alla responsabilità pubblica. Come Coordinamento Nazionale dei Difensori Civici Italiani, rinnoviamo il nostro impegno a rafforzare la cooperazione internazionale e a sostenere ogni percorso che contribuisca a elevare gli standard di protezione dei cittadini, nella consapevolezza che il rispetto dei diritti non conosce confini.”