Prosegue la rubrica “Voci in Ascolto”, lo spazio del Coordinamento Nazionale dei Difensori Civici Italiani dedicato al dialogo con i Difensori civici regionali e locali, per raccontare da vicino esperienze, progetti e prospettive dell’istituto in tutta Italia.

In questa nuova intervista, abbiamo il piacere di ospitare l’Avv. Rocco Fuina, da qualche mese neo Difensore civico della Regione Basilicata, che condivide con noi le sue riflessioni sul ruolo, le sfide e le innovazioni che intende promuovere nel suo mandato.

Come descriveresti il ruolo che stai svolgendo, con parole semplici?
Il mio ruolo è estremamente interessante ed entusiasmante: ogni giorno mi permette di entrare in contatto diretto con i cittadini, comprendere le loro esigenze e provare a trovare soluzioni concrete ai loro problemi.

Qual è stato il caso più emblematico o significativo che hai seguito di recente?
Il caso più importante che ho seguito di recente riguarda il Conservatorio di Potenza, che ha richiesto un’attenta mediazione e una gestione delicata per garantire la tutela dei diritti dei cittadini coinvolti.

Quali sono i diritti più frequentemente difesi nel tuo lavoro quotidiano?
Nella mia attività quotidiana, le istanze più frequenti riguardano il diritto all’informazione, alla trasparenza amministrativa e il rispetto delle corrette procedure da parte delle pubbliche amministrazioni.

Hai mai ricevuto una richiesta talmente curiosa o insolita da lasciarti senza parole?
No, finora non mi è capitato di ricevere richieste talmente insolite da lasciare senza parole; ogni istanza è affrontata con la stessa attenzione e serietà.

Se il tuo lavoro fosse un film, che genere sarebbe?
Se il mio lavoro fosse un film, direi che sarebbe una commedia, perché spesso richiede equilibrio tra serietà e leggerezza, e un approccio umano nelle relazioni con i cittadini.

Qual è la soddisfazione più grande che hai provato in questo ruolo?
La mia più grande soddisfazione è poter operare con imparzialità, garantendo che i cittadini vengano ascoltati e tutelati senza favoritismi, nel rispetto delle regole e della legalità.

C’è una parola che usi spesso con i cittadini quando parli del tuo lavoro?
Le parole che utilizzo più spesso sono “ascolto” e “pazienza”: ascoltare attentamente le istanze e affrontarle con calma è fondamentale per costruire fiducia.

Qual è, secondo te, la sfida più urgente per la difesa civica oggi?
La sfida più urgente è la sburocratizzazione: rendere più semplici e accessibili le procedure amministrative per garantire ai cittadini una reale possibilità di tutela dei propri diritti.

Come comunicate con i cittadini e come fate conoscere il vostro ruolo?
La comunicazione avviene principalmente tramite PEC e attraverso il sito istituzionale, strumenti fondamentali per informare i cittadini sul ruolo e sulle attività del Difensore Civico.

Se potessi lanciare un messaggio ai cittadini oggi, quale sarebbe?
Il mio messaggio è semplice: invito i cittadini a riporre più fiducia nelle istituzioni e a conoscere meglio gli strumenti a loro disposizione per tutelare i propri diritti.

Cosa pensi ti resterà dentro quando terminerai questa missione da Difensore Civico?
Sicuramente mi resteranno l’esperienza accumulata e la passione per un ruolo che permette di fare la differenza nella vita dei cittadini.

Cosa ti dicono in famiglia quando sei troppo preso dal lavoro? Ti “richiamano all’ordine”?
No, la mia famiglia è abituata ai ritmi del mio lavoro e comprende l’impegno richiesto dal ruolo.

Hai un rito o un’abitudine particolare prima di affrontare un caso difficile o un incontro pubblico?
Non ho particolari rituali: mi preparo con studio e attenzione per comprendere ogni dettaglio e affrontare la questione nel modo migliore possibile.

Se il Difensore Civico avesse un superpotere… quale dovrebbe essere secondo te?
Il superpotere ideale sarebbe quello di dirimere le questioni senza dover ricorrere alle vie legali, trovando soluzioni efficaci e rapide per i cittadini.

Ti capita mai di sognare casi anche di notte? E se sì… li risolvi anche nel sonno?
No, fortunatamente non mi capita di sognare casi di notte: il lavoro resta sul piano della realtà, affrontato con lucidità e metodo.