Un ricordo che oggi diventa ancora più prezioso

In questi giorni di grande dolore per la scomparsa di Papa Francesco, il mio pensiero torna con forza a un momento unico e irripetibile vissuto insieme ai colleghi del Coordinamento Nazionale dei Difensori Civici italiani.

Era mercoledì 10 aprile 2024, a Città del Vaticano.
Avevamo appuntamento alle 08:30 per accedere ai posti a noi riservati sulle sedie del Sagrato. L’attesa era carica di emozione.

L’arrivo del Santo Padre

Da lontano lo vedemmo arrivare: un piccolo punto bianco sulla Papamobile che si avvicinava piano.
Quando l’auto manovrò per farlo scendere sulla sedia a rotelle, lo avemmo davanti a pochi passi da noi. Un momento carico di silenziosa commozione.

“Defensores della dignità”

Ricordo ancora il brivido che ci attraversò mentre ascoltavamo, in un silenzio raccolto, le parole del Santo Padre.
Fu proprio allora che ci indicò, salutandoci con affetto e riconoscenza.
Ci chiamò “Defensores della dignità”, riconoscendo il valore del nostro impegno quotidiano nella tutela dei diritti, nella promozione della giustizia e dell’equità sociale.

Quelle parole risuonarono profonde nei nostri cuori, come un sigillo che ancora oggi custodiamo con orgoglio e gratitudine.

Un dono speciale

A nome di tutti i Difensori Civici delle Regioni e delle Province Autonome italiane, portammo in dono a Papa Francesco una grande targa che riportava i nomi di tutti noi.
Sulla targa, una dedica sentita:

“A Sua Santità Papa Francesco, che costantemente richiama il concetto di dignità per tutti i popoli, così come noi Difensori Civici ci adoperiamo a difesa di tutti i cittadini. Con profondo rispetto, i Difensori Civici delle Regioni e delle Province Autonome Italiane.”

Parole semplici, ma cariche di significato.

Le parole che ci hanno segnato

Durante la foto di rito, schierati secondo il protocollo della Santa Sede, consegnammo la targa e stringemmo le mani del Santo Padre.
Fu allora che ci disse:
“Voi fate un lavoro importante.”

Parole brevi, forti, che restano scolpite nella nostra memoria.
In un mondo dove troppo spesso il nostro lavoro resta nell’ombra, quel riconoscimento formale e autentico fu per noi motivo di profonda emozione.

Un’eredità da custodire

Oggi, ripensando a quel giorno sul Sagrato, sento ancora quel brivido, quell’emozione intensa che ci attraversò.
Sono ricordi che custodiamo come un’eredità preziosa, una luce che continuerà a illuminare il nostro cammino.

Grazie, Papa Francesco, “Defensor del Popolo”, maestro di umanità e di speranza.

 

Marino Fardelli
Presidente del Coordinamento nazionale dei Difensori civici italiani
Difensore Civico della Regione Lazio

Link dell’Udienza Generale al minuto 44:04 possibile vedere un frame della nostra presenza https://www.youtube.com/live/Iql0kJqLUjY?si=LrsXq71du9zJ8KPQ