Nel nuovo appuntamento del format “Voce in Ascolto”, spazio di dialogo e confronto tra i Difensori Civici italiani ed internazionali, abbiamo avuto il piacere di conversare con Arturo Tonatiuh, Ombudsperson del Comune di Metepec, nello Stato del Messico.
Un incontro denso di spunti e riflessioni, che ci ha permesso di conoscere più da vicino il modello di una difesa civica locale impegnata quotidianamente nella protezione dei diritti fondamentali, in un contesto sociale complesso e dinamico.
Dalla gestione dei flussi migratori alla cooperazione interistituzionale, dall’accessibilità digitale all’educazione ai diritti, la Defensoría de Metepec si distingue per un approccio innovativo, orientato ai risultati e fondato sulla trasparenza.
Come spiega il Difensore Civico messicano, la sua istituzione affronta sfide cruciali:
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il coordinamento tra i diversi livelli di governo (municipale, statale e federale);
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la crescente domanda di tutela con risorse limitate;
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la difesa dei diritti di migranti, donne e minori;
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la riduzione del divario digitale e la lotta ai discorsi d’odio;
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la promozione dell’inclusione e dell’accessibilità in tutti gli ambiti della vita pubblica.
Attraverso tavoli interistituzionali, protocolli condivisi, formazione continua e audit di accessibilità, la Defensoría costruisce un modello di governance partecipata che misura l’impatto delle proprie azioni con indicatori concreti di efficacia e soddisfazione dei cittadini.
Nel dialogo, il collega messicano sottolinea anche l’importanza della cooperazione internazionale tra Difensori Civici, come occasione per condividere buone pratiche, rafforzare gli standard di qualità, e costruire politiche pubbliche basate sull’evidenza e sulla prevenzione.
“I Difensori Civici italiani – afferma Tonatiuh – rappresentano per noi un faro di riferimento: la loro vicinanza territoriale, la mediazione amministrativa e la trasparenza del loro operato sono elementi che ispirano il nostro lavoro a Metepec. Siamo pronti a cooperare per costruire insieme comunità più giuste, sicure e inclusive.”
Quali sono le principali sfide che il Suo ufficio affronta attualmente nella protezione dei diritti dei cittadini all’interno della comunità di competenza istituzionale?
A Metepec, le principali sfide sono:
- Coordinare in modo efficace le competenze tra il livello municipale, statale e federale;
- Rispondere a una domanda crescente di tutela con risorse limitate;
- Proteggere i diritti in contesti di flussi migratori e nei centri di accoglienza;
- Affrontare il divario digitale, la disinformazione, il diritto alla disconnessione e i discorsi d’odio;
- Garantire accessibilità e inclusione, nonché ambienti scolastici sicuri.
Per raggiungere questi obiettivi, operiamo attraverso tavoli interistituzionali con verbali e scadenze, una Difensoria itinerante, protocolli di non molestia e salute primaria, percorsi di assistenza differenziata, programmi di alfabetizzazione digitale e audit di accessibilità, il tutto accompagnato da indicatori di risultato e rendicontazione pubblica.
In che modo il Suo ufficio collabora con le istituzioni locali e nazionali per garantire la protezione dei diritti fondamentali?
Lavoriamo su sei linee di coordinamento principali:
- Tavoli interistituzionali e percorsi unificati di assistenza.
Convociamo tavoli di lavoro con aree municipali (Sicurezza Pubblica, Servizi Sociali – DIF, Protezione Civile, SIPINNA, Ufficio Pari Opportunità), statali e federali (Procure di Tutela, Procura Generale, e, quando necessario, INM/CNDH/CODHEM).
Ogni tavolo genera verbali con scadenze, responsabili e indicatori per il monitoraggio. - Protocolli e convenzioni.
Applichiamo protocolli operativi (contro la molestia verso migranti; programma “Zaino di Pace” con approccio basato sui diritti; assistenza con “tolleranza zero” alla rivittimizzazione) e sottoscriviamo convenzioni di collaborazione con enti statali, federali e organizzazioni della società civile. - Gestione dei casi e canalizzazione sicura.
Manteniamo uno sportello di difesa e una difesa itinerante in quartieri e scuole; emettiamo ordini di canalizzazione prioritaria e supervisioniamo che il servizio (sanitario, rifugio, protezione, regolarizzazione scolastica, ecc.) venga effettivamente prestato. - Misure urgenti e protezione integrale.
In caso di rischio imminente attiviamo misure cautelari, collegamenti 24 ore su 24 con Sicurezza Pubblica e Protezione Civile, e coordiniamo con la Procura Generale e il Tribunale per l’emissione di ordini di protezione, con priorità per bambine, donne, persone con disabilità, giornalisti, difensori dei diritti umani e migranti. - Formazione e controllo di qualità.
Progettiamo corsi di formazione per i funzionari pubblici (trattamento dignitoso, linguaggio chiaro, accessibilità, tutela dell’infanzia, migrazione). - Dati per la gestione e la trasparenza.
Utilizziamo una dashboard per la gestione dei casi (tempi di risposta, accordi rispettati, recidiva, grado di soddisfazione) e presentiamo rapporti periodici al Consiglio Comunale e agli organismi per i diritti umani (CODHEM/CNDH).
Esempi recenti:
- Migranti (centro “Fratelli e Sorelle in Cammino”): tavolo con Sicurezza Pubblica (circolare di non molestia), Protezione Civile (donazione e installazione di estintori e piano d’emergenza), DIF (assistenza sanitaria primaria e medicinali) e accompagnamento giuridico fino alla chiusura del caso.
- Violenza di genere: percorso con canalizzazione immediata ai rifugi, coordinamento con la Procura per misure di protezione, monitoraggio con pattugliamenti mirati e assistenza psicologica tramite DIF.
- Ambienti scolastici (“Zaino di Pace”): approccio preventivo e basato sui diritti; mediazione scolastica, comitati di convivenza e segnalazioni alla Procura di Tutela per l’Infanzia quando necessario.
In sintesi: coordiniamo l’operatività (tavoli e percorsi), il supporto giuridico (protocolli e misure), le competenze (formazione e audit) e la valutazione (indicatori e rapporti) per garantire che ogni istituzione adempia alla propria parte e che i diritti si traducano in servizi concreti.
Quali strumenti o strategie ritiene più efficaci per rispondere alle necessità dei cittadini vulnerabili o in situazioni di emergenza?
- Tavoli di coordinamento.
- Cosa sono: collegamenti operativi con Sicurezza Pubblica, Protezione Civile e DIF;
- Come operiamo: verbali, chat sicura e linea diretta; protocolli per minori e migranti;
- Indicatori: numero di azioni realizzate, rispetto dei tempi da parte degli enti.
- Difensoria itinerante e brigate sul territorio.
- Cosa sono: postazioni mobili in quartieri, scuole e centri di accoglienza;
- Come operiamo: orientamento giuridico e psicologico, canalizzazioni e monitoraggio in loco;
- Indicatori: copertura territoriale e casi risolti sul campo.
- Assistenza centrata sulla persona.
- Cosa è: protocolli specifici per donne, minori, persone con disabilità, anziani, giornalisti e migranti;
- Come operiamo: garantendo accessibilità fisica e comunicativa, riservatezza;
- Indicatori: sondaggi di soddisfazione, riduzione della rivittimizzazione.
- Primo soccorso psicologico e contenimento.
- Cosa è: intervento breve per stabilizzare e indirizzare la persona;
- Come operiamo: personale formato, canalizzazione prioritaria per il benessere emotivo;
- Indicatori: casi stabilizzati e continuità dell’assistenza.
- Rifugi e alternative sicure immediate.
- Cosa è: accesso rapido a rifugi e trasporti protetti;
- Come operiamo: accordi con rifugi e albergues, buoni di trasporto d’emergenza;
- Indicatori: occupazione adeguata e assenza di rifiuti per mancanza di spazio.
- Misure cautelari e ordini di protezione.
- Cosa è: protezione legale immediata in caso di rischio;
- Come operiamo: comunicazioni urgenti con i programmi di tutela e richiesta di pattugliamenti mirati;
- Indicatori: numero di interventi registrati.
- Inclusione.
- Cosa è: messaggi in linguaggio chiaro, traduzione in braille della normativa comunale e sostegno ai ristoranti per la stampa di menù accessibili;
- Come operiamo: protocolli di verifica con l’Ufficio Comunicazione e le reti comunitarie;
- Indicatori: diffusione delle campagne e correzioni apportate.
In sintesi: combiniamo risposta rapida (misure cautelari), azione territoriale (brigate e mappatura dei rischi) e qualità con approccio differenziato (comunicazione inclusiva), il tutto monitorato con indicatori di tempo, copertura e risultati.
Guardando al futuro, quali sono le prospettive e le priorità del Suo ufficio per i prossimi anni?
Visione: consolidare una Difensoria vicina, efficiente e basata su evidenze, che garantisca l’esercizio effettivo dei diritti con un approccio differenziato e cooperazione interistituzionale.
Assi strategici (2025–2028):
- Governance e coordinamento: formalizzare percorsi unici di assistenza tra municipio, Stato e Federazione, con tavoli di lavoro vincolanti, scadenze e responsabilità definite;
- Dati per l’azione: implementare una dashboard comunale sui diritti umani (tempi di risposta, accordi, recidiva, soddisfazione utenti);
- Prossimità: ampliare la Difensoria itinerante a quartieri, scuole e centri di accoglienza, con sportelli mobili e orari estesi;
- Approccio differenziato: protocolli specifici per infanzia, migranti, persone con disabilità, anziani e vittime di violenza digitale;
- Cultura dei diritti: campagne permanenti per il linguaggio chiaro, l’antidiscriminazione e la cittadinanza digitale contro disinformazione e odio.
Iniziative emblematiche:
- Metepec Inclusivo 2.0: audit di accessibilità, segnaletica universale, menù in braille, certificazione annuale degli esercizi commerciali;
- Zaino di Pace: prevenzione e mediazione scolastica con approccio ai diritti;
- Protezione umanitaria ai migranti: divieto di molestie, assistenza sanitaria, piani di emergenza e supporto legale;
- Assistenza alle vittime: ordini di protezione, rifugi, pattugliamenti mirati e primo soccorso psicologico;
- Mappa del Rischio e Allerte Comunitarie: geolocalizzazione dei casi e comunicazione di vicinato;
- Cittadinanza Digitale: campagne permanenti contro la violenza online.
Alleanze e standard:
- Cooperazione nazionale e internazionale: scambio di buone pratiche (Dichiarazione di Venezia/Obiettivi di Sviluppo Sostenibile), accordi con università e ONG;
- Qualità e trasparenza: report pubblici, audit di accessibilità, revisione esterna dei protocolli.
Tabella di marcia:
- 2025: avvio dashboard diritti umani, aggiornamento protocolli, ampliamento Difensoria itinerante;
- 2026: certificazione “Metepec Inclusivo”;
- 2027: rafforzamento prevenzione della violenza digitale e copertura totale delle scuole del municipio;
- 2028: valutazione esterna complessiva e consolidamento normativo delle politiche di successo.
Sintesi: passiamo da un modello reattivo a uno preventivo e misurabile, basato su coordinamento efficace, presenza territoriale e standard verificabili che trasformano i diritti in servizi tempestivi e di qualità.
In che modo la cooperazione internazionale tra garanti dei diritti e Difensori Civici può rafforzare l’efficacia del Suo ufficio?
È fondamentale creare sinergie di lavoro per adattare casi di successo al contesto di Metepec, promuovere la cultura dei diritti umani, la formazione continua e la definizione di politiche pubbliche implementate dal Comune.
Le forme di cooperazione includono:
- Standard e revisione tra pari: armonizzare criteri e ridurre i tempi di risposta;
- Assistenza tecnica: formazione e tirocini su infanzia, disabilità, migrazione e intelligenza artificiale, riducendo la rivittimizzazione;
- Analisi dei casi: punti focali e “atti specchio” per assicurare la continuità delle misure di protezione;
- Dati comparabili e aperti: dashboard condivisi per decisioni basate su evidenze;
- Progetti pilota e innovazione: iniziative comuni con valutazione esterna per replicare ciò che funziona.
Ha avuto l’opportunità di conoscere il modello della difesa civica italiana?
Sì. Abbiamo avuto modo di studiare il modello italiano attraverso l’analisi delle buone pratiche.
Apprezziamo in particolare la prossimità territoriale (regionale), l’enfasi sulla mediazione e semplificazione amministrativa, l’accessibilità per l’utenza e il lavoro in rete tra Difensori, ben visibile anche sui social.
Questi elementi ispirano i nostri percorsi di assistenza e la costante migliorazione delle nostre prestazioni. Siamo aperti ad approfondire la cooperazione e realizzare revisioni tra pari.
Quali aspetti del modello italiano considera più interessanti o utili per la Sua attività, pur nelle differenze di ruolo e funzioni?
Trovo particolarmente utili del modello italiano:
- la rete di prossimità territoriale;
- la risoluzione precoce e la mediazione amministrativa per ridurre tempi e rivittimizzazione;
- il monitoraggio pubblico delle attività;
- le raccomandazioni non vincolanti ma tracciabili;
- i rapporti sulle criticità strutturali;
- la revisione tra pari e la formazione continua.
Tutti elementi che desidero implementare a Metepec.
Che messaggio desidera inviare ai cittadini e ai Difensori Civici italiani riguardo alla difesa dei diritti e alla partecipazione civica?
Ai cittadini italiani:
Difendere i diritti comincia dalle azioni quotidiane: informarsi, partecipare, esigere con rispetto. La vostra voce, organizzata e solidale, trasforma i principi in servizi reali: scuole sicure, città accessibili, procedure chiare e un’amministrazione che ascolta e risponde. Partecipate ai consigli di quartiere, utilizzate i meccanismi di reclamo, sostenete chi ha più bisogno. La democrazia si rafforza quando nessuno resta indietro.
Ai Difensori Civici italiani:
Il vostro lavoro è un faro di speranza: la vostra prossimità, il linguaggio chiaro, la mediazione precoce e gli standard verificabili ispirano le nostre difesorie locali.
Continuiamo a collaborare, dialogare tra pari, sviluppare indicatori comparabili e progetti pilota per trasformare le buone pratiche in risultati misurabili: risposte più rapide, meno rivittimizzazione e maggiore fiducia pubblica.
Nell’agenda comune della Dichiarazione di Venezia, siamo alleati naturali.
Messaggio comune:
I diritti umani diventano realtà quando istituzioni e cittadini camminano insieme.
Conti chiari, dati aperti e partecipazione informata sono il ponte tra la legge e la vita quotidiana.
Da Metepec, Messico, invitiamo tutti a unirsi in un fronte comune contro la violenza digitale, una delle grandi sfide del futuro.
Dal nostro amato comune di Metepec riaffermiamo la nostra volontà di apprendere, condividere e collaborare con l’Italia per comunità più giuste, sicure e inclusive.
“Il confronto con il Difensore Civico di Metepec – ha dichiarato Marino Fardelli Presidente del Coordinamento Nazionale dei Difensori Civici Italiani
Difensore Civico della Regione Lazio – rappresenta un ulteriore passo nel percorso di apertura internazionale della difesa civica italiana. Conoscere esperienze come quella messicana ci arricchisce e ci stimola a rafforzare la collaborazione tra garanti dei diritti, nella consapevolezza che la tutela della persona non ha confini.Dalle parole del collega Arturo Tonatiuh emerge un modello dinamico e vicino ai cittadini, che integra ascolto, mediazione e innovazione. Sono principi che condividiamo pienamente e che vogliamo continuare a promuovere anche a livello europeo e globale. La rete delle Difese Civiche deve farsi sempre più ponte tra istituzioni e società, capace di dare voce ai diritti, trasformare le buone pratiche in risultati concreti e lavorare, insieme, per comunità più giuste, inclusive e trasparenti.”