Il Coordinamento nazionale dei Difensori civici italiani ha partecipato, con una delegazione ufficiale, all’incontro internazionale in El Salvador.

Tra i protagonisti c’era anche Marco Enrico, Difensore civico regionale della Sardegna, che ci racconta la sua esperienza e le prospettive di collaborazione nate da questo importante appuntamento.

  1. Qual è stata la tua prima impressione sull’esperienza in El Salvador?

Nella brevissima visita della città che ha ospitato l’evento, ho visto un paese in pieno sviluppo, soprattutto edilizio e, conseguentemente, economico.  Ci è stato riferito a più riprese che la nuova politica del Governo, piuttosto rigorosa, ha sortito effetti straordinariamente positivi, soprattutto sul piano della sicurezza sociale.  Sul punto sarà sufficiente evidenziare che nel periodo della nostra permanenza il pase festeggiava il traguardo dei mille giorni senza omicidi. Ciò a fronte di numeri che, salvo errore, fino a qualche anno addietro facevano del San Salvador un luogo pericoloso. Sul punto vorrei sottolineare l’importanza del ruolo del Difensore Civico in un ambito nel quale lo sviluppo economico deve coniugarsi con il rispetto dei diritti fondamentali delle persone. Per limitarsi ad un solo esempio, sarà sufficiente sottolineare la rilevanza del Defensòr del Pueblo nel monitorare con grande attenzione l’attività delle imprese al fine di consentire il rispetto di determinati standard etici, ambientali, di trasparenza e di sicurezza dei lavoratori.

Dal punto di vista umano e professionale, poi, l’evento ha costituito un notevolissimo arricchimento. Respirare culture diverse, provare a comprenderne fino in fondo contenuto e fondamento, hanno costituito l’asse portante della nostra presenza sul posto. In particolare è stato davvero fondamentale conoscere e comprendere i diversi modelli di organizzazione del servizio pubblico della Difesa Civica, al fine di migliorare il servizio svolto nelle rispettive realtà geografiche.

2 Quale contributo pensi di aver portato come Difensore civico italiano in questo contesto internazionale?

Anzitutto, e direi soprattutto, un contributo di idee che, sono sufficientemente sicuro,  è valso ad integrare e, mi auguro, magari anche ad arricchire le diverse esperienze professionali dei Colleghi d’oltreoceano.  Nei tavoli di lavoro ai quali abbiamo avuto l’onore di partecipare con gli altri difensori civici, soprattutto sudamericani, abbiamo integrato le nostre esperienze riuscendo a trarre vicendevole beneficio gli uni dagli altri. Lo scambio delle rispettive esperienze, poi, si è concretizzato in un dialogo, assolutamente proficuo, che da un lato ha messo in luce i diversi aspetti dei rispettivi ruoli, dall’altro ha evidenziato la necessità sempre più cogente di  alimentare gli scambi culturali al fine di compenetrare le diverse conoscenze in vista di un’ipotetica armonizzazione della materia afferente le competenze di ciascuno così come determinate dalle Leggi istitutive.

  1. Cosa ti ha colpito di più del confronto con i colleghi latinoamericani?

Intanto una straordinaria capacità di essere davvero protagonisti, in positivo, della vita – ogni giorno più complicata – dei cittadini, e non solo nei confronti della Pubblica Amministrazione. I Defensores del Pueblo si occupano davvero a tutto tondo dei problemi dei cittadini che li contattano alla ricerca di una soluzione alle loro difficoltà. Mi ha interessato moltissimo la tematica connessa alla difesa dei diritti umani, vero e proprio cavallo di battaglia della Defènsoria sudamericana.

  1. Ci sono state tematiche comuni che ritieni possano essere sviluppate anche in Italia?

Assolutamente si.

Al di là degli aspetti più propriamente inerenti la distanza tra cittadino e pubblica amministrazione, ritengo si debba riflettere con grande attenzione sul tema dei diritti fondamentali dell’individuo cittadino di un mondo che, grazie al progresso, è diventato ogni giorno più piccolo e ci pone di fronte a sfide sempre più importanti.

  1. Cosa ti porti a casa, sia sul piano umano sia su quello professionale?

L’esperienza di El Salvador mi ha arricchito enormemente dal punto di vista umano e professionale. Ho già riferito, e lo confermo, che lo scambio delle rispettive esperienze di lavoro e di servizio pubblico è stato il filo rosso che ha caratterizzato l’esperienza congressuale, conducendoci verso nuovi orizzonti di tutela del cittadino ed orientandoci ad una sempre più intensa attenzione ai bisogni della persona umana.

Umanamente, poi, l’evento è stato l’occasione per conoscere Colleghi di tutto il mondo, dal Sudamerica agli Stati Uniti, dall’Irlanda alla Spagna, tutti egualmente uniti dal comune desiderio di essere utili alla causa ed assistere il cittadino nell’esercizio dei propri diritti.

  1. Qual è secondo te il valore aggiunto per il Coordinamento nazionale italiano di questa missione?

La delegazione Italiana ha avuto un ruolo di rilievo sia come collante tra le diverse anime – e le differenti sensibilità – dei Difensori Civici degli Stati che hanno partecipato all’evento, sia come promotrice di iniziative (di ampio respiro) volte a divulgare massimamente la cultura della Difesa Civica e la consapevolezza del cittadino rispetto ai propri diritti, spesso sacrificati al cospetto dello Stato nelle sue innumerevoli, diverse, appendici.

Gli incontri, le discussioni, lo scambio delle buone pratiche e la conoscenza delle materie di competenza dei Colleghi sparsi per il mondo, poi, sono state fondamentali per consentire, ove ritenuto opportuno ed utile per i cittadini, di proporre ai rispettivi  Consigli Regionali di appartenenza, le modifiche legislative delle Leggi istitutive del ruolo, al precipuo scopo di rafforzare ulteriormente il valore della Difesa Civica, sempre più immanente nella vita dei cittadini utenti del servizio.

L’incontro in El Salvador ha visto la partecipazione di delegazioni provenienti da numerosi Paesi, con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione tra istituzioni di garanzia. La delegazione italiana ha contribuito a portare la propria esperienza maturata nei territori, con un focus particolare sulla tutela dei diritti dei cittadini e sul ruolo sempre più strategico del Difensore civico