Nel quadro della collaborazione tra istituzioni italiane e internazionali per la promozione delle buone pratiche nel campo della difesa civica, presentiamo una intervista a Xavier Cañada Bonaetxea, Raonador del Ciutadà del Principat d’Andorra. Un confronto ricco di spunti e prospettive che conferma quanto la cooperazione internazionale sia ormai una componente imprescindibile per la tutela efficace dei diritti dei cittadini.
Cañada è tra i protagonisti di numerose progettualità che coniugano prossimità, innovazione e capacità istituzionale. Il Coordinamento nazionale dei Difensori Civici italiani lo ha incontrato in occasione dell’incontro svoltosi ad Alghero, a cui hanno preso parte vari colleghi Ombudsman provenienti da diversi paesi europei.
Marino Fardelli, Presidente del Coordinamento ha rivolto queste domande al collega:
1. Qual è stato il significato della sua partecipazione all’incontro di Alghero per l’Ufficio del Difensore Civico di Andorra?
La partecipazione all’incontro di Alghero ha rappresentato per l’Ufficio del Raonador del Ciutadà de Andorra un’opportunità preziosa per rafforzare il dialogo istituzionale con gli altri uffici dei difensori civici europei, condividere esperienze e arricchire il nostro approccio di nuove prospettive. Lo scambio di buone pratiche, così come la riflessione congiunta sulle sfide comuni, rafforza il nostro impegno per la difesa efficace dei diritti dei cittadini e ci permette di crescere come istituzione in un ambiente sempre più interconnesso.
2. Quali temi emersi durante i lavori avete ritenuto particolarmente rilevanti per il contesto andorrano?
I dibattiti relativi alla protezione dei gruppi più vulnerabili e alla necessità di adattare le nostre istituzioni alle sfide emergenti – come la trasformazione digitale o i cambiamenti demografici – sono stati particolarmente rilevanti. Alcune esperienze condivise, soprattutto quelle legate all’assistenza di prossimità e all’uso di strumenti tecnologici per migliorare l’accesso ai servizi, ci hanno ispirato a esplorare nuove modalità per avvicinare l’amministrazione ai cittadini di Andorra.
3. Come valuta il ruolo svolto dai Difensori civici italiani, sia a livello regionale che nell’ambito del Coordinamento Nazionale?
Valuto molto positivamente l’impegno dei colleghi italiani. L’articolazione di una rete coordinata consente di rispondere in modo più efficace e coerente ai bisogni dei cittadini, rispettando le specificità territoriali. L’approccio pluralistico ma ben strutturato del sistema italiano costituisce un modello ispiratore di cooperazione tra sedi civiche.
4. Quali sono le principali sfide che Andorra deve affrontare oggi per la difesa dei diritti dei cittadini?
Una delle principali sfide è garantire un accesso equo ai servizi pubblici in un contesto di rapida evoluzione tecnologica e sociale. La digitalizzazione comporta anche rischi di esclusione per alcuni segmenti della popolazione. Inoltre, la protezione dell’ambiente e la tutela dei diritti delle persone anziane o non autosufficienti sono ambiti prioritari che richiedono attenzione costante.
5. Quanto è importante oggi la cooperazione internazionale tra i difensori civici nel contesto europeo e globale?
La cooperazione internazionale è oggi più necessaria che mai. Le sfide che affrontiamo – dalla protezione dei dati personali alla migrazione o al cambiamento climatico – superano i confini nazionali. La condivisione di esperienze, metodologie e principi ci rafforza come istituzioni e ci permette di offrire risposte più efficaci ai cittadini.
6. Come vede evolvere il ruolo dell’Ombudsman nel prossimo futuro?
Il ruolo del Difensore Civico dovrà essere sempre più dinamico, propositivo e accessibile. Di fronte a istituzioni più complesse e a una cittadinanza più consapevole ed esigente, dovremo agire non solo come mediatori, ma anche come garanti di un’amministrazione equa, trasparente e inclusiva. Anticipare i conflitti, promuovere diritti emergenti e lavorare sulla prevenzione saranno aspetti centrali.
7. Un ricordo, un gesto o un momento dell’incontro ad Alghero che ti ha lasciato un’impressione speciale?
Porto con me il ricordo del clima di collaborazione e apertura che ha caratterizzato tutto l’incontro. La calorosa accoglienza, l’impegno dei partecipanti e l’ambiente umano hanno reso questa esperienza particolarmente significativa. I momenti informali di scambio sono stati fondamentali per rafforzare i legami personali e professionali tra colleghi di diverse nazionalità.
Marino Fardelli ha cosi dichiarato – “in qualità di Presidente del Coordinamento Nazionale dei Difensori Civici delle Regioni e delle Province Autonome italiane, ritengo che occasioni come queste rafforzino il nostro impegno e la nostra visione comune: portare la tutela dei diritti sempre più vicina alle persone, con passione, competenza e spirito di servizio”.