Il 13 e 14 giugno 2024 si è tenuta a Belgrado, presso l’Assemblea Nazionale della Repubblica di Serbia, una conferenza internazionale dal titolo “Sforzi Congiunti per un Ambiente Sano: Il Ruolo e l’Importanza delle Istituzioni del Difensore Civico”. L’evento ha visto la partecipazione di vari Ombudsman di rilevanza internazionale, tra cui:
– Zoran Pašalić, MSc, Protector of Citizens of the Republic of Serbia
– Dott. Marino Fardelli, Presidente del Coordinamento Nazionale dei Difensori Civici Italiani e Difensore Civico della Regione Lazio
– Akos Kozma, Commissioner for Fundamental Rights of Hungary
– Yahya Akman, Ombudsman della Repubblica di Turchia
– Nevenko Vranješ, Ombudsman per i Diritti Umani della Bosnia ed Erzegovina
Durante l’incontro, i relatori hanno posto l’accento sui temi legati all’ambiente e alla difesa civica come sentinelle a tutela dei cittadini che si rivolgono ai rispettivi uffici. L’Italia ha avuto un ruolo di primo piano sulla scena internazionale, grazie a una difesa civica propositiva e attenta alle esigenze dei cittadini.
Il Dott. Marino Fardelli, nel suo intervento, ha sottolineato l’importanza della “Piattaforma di Belgrado” come momento aperto e attivo di confronto. Di seguito, il testo del suo intervento:
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Buongiorno a tutti e un sentito ringraziamento a Mr. Zoran Pašalić per avermi invitato a questa importante Conferenza. Sono onorato di rappresentare l’Italia a livello istituzionale con il mio ruolo e funzione.
Voglio concentrare il mio intervento sulla protezione del diritto a un ambiente sano, mediante l’irrinunciabile conoscenza dei dati e delle informazioni ambientali e sul ruolo fondamentale delle istituzioni dell’Ombudsman nello specifico ambito.
Infatti, noi Ombudsman siamo incaricati di proteggere i diritti dei cittadini, inclusi quelli legati all’ambiente. Ciò significa monitorare l’applicazione delle leggi ambientali, promuovere la responsabilità delle autorità e delle imprese, garantire ai cittadini l’accesso ai dati e alle informazioni ambientali.
Ed è proprio su quest’ultimo aspetto particolare che mi voglio soffermare, ovvero la funzione assegnata agli Ombudsman italiani dal Decreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 195 “Attuazione della direttiva 2003/4/CE sull’accesso del pubblico all’informazione ambientale”, di garantire a tutti i cittadini un facile accesso alle informazioni e ai dati ambientali.**
Quando si ragiona di ambiente è necessario tener presente che si tratta di un bene della vita materiale e complesso, la cui disciplina comprende anche la tutela e la salvaguardia delle qualità e degli equilibri delle sue singole componenti. Oggetto di tutela, come si evince fin dalla Dichiarazione di Stoccolma del 1972, con la Dichiarazione di Rio del 1992 e la Convenzione di Aarhus del 1998 è la biosfera, che viene presa in considerazione, non solo per le sue varie componenti, ma anche per le interazioni fra queste ultime, i loro equilibri, la loro qualità, la circolazione dei loro elementi, e così via. Occorre, in altri termini, guardare all’ambiente come “sistema”, considerato cioè nel suo aspetto dinamico, quale realmente è, e non soltanto da un punto di vista statico ed astratto.
Questi tre passaggi lunghi e lenti pongono, con sfaccettature diverse, in sostanza un focus che introduce un elemento di novità sostanziale ovvero quello del diritto all’informazione ambientale. Indubbiamente questi processi hanno aumentato la consapevolezza e la sensibilizzazione dell’opinione pubblica rispetto alle questioni ambientali sempre più favorite rendendo ampiamente disponibili, ai vari livelli, le relative informazioni.
Dunque, con le varie Dichiarazioni, Convenzioni e Trattati si riconosce che ogni persona ha il diritto di vivere in un ambiente adatto ad assicurare la sua salute e il suo benessere e il dovere di tutelare e migliorare l’ambiente, individualmente o collettivamente, nell’interesse delle generazioni presenti e future. Per poter affermare ciò, i cittadini devono avere accesso alle informazioni, essere ammessi a partecipare ai processi decisionali e avere accesso alla giustizia in materia ambientale. È facile intuire che un diritto di accesso alle informazioni più ampio facilita la partecipazione ai processi decisionali, migliora sicuramente la qualità delle decisioni stesse e ne rafforza l’efficacia. In tal modo si favorisce la responsabilità e la trasparenza complessiva nel processo decisionale e si rafforza il contributo del pubblico alle decisioni in materia ambientale.
A questo punto possiamo ben dire che l’informazione ambientale ha assunto un ruolo rilevante nel panorama comunitario e la Convenzione di Aarhus ha svolto una funzione sicuramente importante per questo positivo sviluppo. Infatti, il diritto di accesso dei semplici cittadini alle informazioni che riguardano l’ambiente si è accresciuto di giorno in giorno, radicandosi nella politica dell’Unione Europea e spero di sbagliarmi ma lo denuncio pubblicamente forse si trovano ancora delle sacche di resistenza nelle pubbliche amministrazioni locali e periferiche per un fattore culturale e di scarsa propensione all’attenzione del cittadino.
In Italia, il Decreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 195 recepisce la direttiva 2003/4/CE, stabilendone i principi generali in materia di informazione ambientale ed è articolato per assicurare il diritto d’accesso all’informazione ambientale detenuta dalle autorità pubbliche. Inoltre, garantisce ai fini della più ampia trasparenza, che l’informazione ambientale sia sistematicamente e progressivamente messa a disposizione del pubblico e diffusa, in forme o formati facilmente consultabili. L’autorità pubblica mette a disposizione del richiedente l’informazione ambientale quanto prima possibile e, comunque, entro 30 giorni dalla data del ricevimento della richiesta ovvero entro 60 giorni dalla stessa data nel caso in cui l’entità e la complessità della richiesta.
Se l’autorità pubblica nega al cittadino i dati o le informazioni ambientali, quest’ultimo ai sensi dell’articolo 7 del Decreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 195 può rivolgersi all’Ombudsman e chiedere, gratuitamente, di rivedere la decisione negativa dell’amministrazione. Devo sottolineare che molti cittadini consapevoli dell’importanza di acquisire dati e informazioni che riguardano moltissimi aspetti che incidono o potrebbero incidere negativamente sull’ambiente o, dai problemi legati ai vari tipi d’inquinamento (atmosferico, marino e fluviale, elettromagnetico, acustico, ecc.), ai pericoli di contaminazione della catena alimentare, del paesaggio, e degli ecosistemi, si rivolgono al nostro Ufficio della difesa civica dopo che l’amministrazione pubblica ha negato loro l’accesso ambientale, per chiedere che sia rispettato il loro diritto di ricevere dalla pubblica amministrazione tutti i dati e le informazioni di carattere ambientale che hanno richiesto.
In conclusione, vorrei sottolineare l’importanza di unire gli sforzi di tutte le parti interessate per garantire un ambiente sano per tutti, anche e soprattutto attraverso la capillare divulgazione e pubblicizzazione dei dati e delle informazioni ambientali. Le istituzioni dell’Ombudsman sono pronte a fare la loro parte in questo processo, lavorando al fianco dei cittadini e delle autorità per proteggere e promuovere il diritto a un ambiente sano per le generazioni presenti e future.
Nel rinnovare la mia stima ed amicizia al collega Mr. Pašalić per aver voluto fortemente trattare in questa Conferenza un tema delicato e fondamentale che unisce lo sviluppo e la trasparenza, mi rivolgo a lui per invitarlo a tenere aperta questa “Piattaforma di Belgrado” sulle questioni ambientali come trasparenza e informazione che pongono la Serbia all’avanguardia su temi forse troppe volte distanti anni luce dai cittadini ma che investono aspetti di vita vissuta e di consapevolezza di una partecipazione attiva dei cittadini alla vita democratica delle istituzioni. E noi garanti siamo qui per questo: per aiutare i cittadini nei loro diritti.
Grazie per l’attenzione.
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Questo evento ha riaffermato l’importanza della cooperazione internazionale per la difesa dell’ambiente e dei diritti civici. L’Italia continua a essere protagonista in questo ambito, con un ruolo strategico nella promozione di una difesa civica propositiva e attenta.